I generi

Ciao, in questo post vedremo come possa essere utile, per uscire dal blocco dello scrittore, appoggiarsi ad un genere narrativo.

Ti regalerò anche uno specchietto con una brevissima tassonomia dei generi, in modo che tu possa vederli tutti con un colpo d’occhio.

Nel mio post Il conflitto narrativo, quale motore di ogni narrazione, avevo definito così il conflitto narrativo.

Uno scontro tra ciò che una persona, o il proprio gruppo di appartenenza, desidera e un’istanza interiore, interpersonale o sociale che impedisce la soddisfazione del bisogno, dell’esigenza o dell’obiettivo connessi a tale desiderio.
Fonte: Wikipedia.

Ogni storia è incentrata su un conflitto, che appare sotto forma di domanda all’interno di un tema.

In altro post, Il tema di una storia, avevo differenziato il tema dall’argomento di una storia, descrivendo il tema, come “la morale di una storia” e l’argomento come la catena degli eventi messi uno dietro l’altro, con il risultato della messa-in-narrazione del tema.

Ed è proprio sul tema e sul suo modo di mettersi-in-forma-temporale attraverso il contenuto, che voglio soffermarmi qui, perché lo svolgimento narrativo di un tema non accade mai dal nulla, ma si srotola attraverso tematiche, stili e andamenti codificati, che chiamiamo generi.

Studiare i generi e prendere coscienza di come sono strutturati, ti aiuta ad uscire dallo stallo creativo, anche solo psicologicamente, perché ti assicura che altri scrittori prima di te si sono trovati nelle stesse condizioni e ne sono usciti in modi che possono essere catalogati.

Ogni genere impone delle convenzioni al disegno narrativo: valori convenzionali al climax, come ad esempio il finale pessimista nella trama della disillusione; situazioni convenzionali come nel western; eventi convenzionali del tipo uomo-incontra-donna nella storia d’amore; ruoli convenzionali come quello del delinquente nel poliziesco. Il pubblico conosce queste convenzioni e si aspetta di vederli rispettate. Perciò la scelta del genere determina e delimita in modo netto quello che è possibile all’interno di una storia perché il suo disegno deve considerare la conoscenza e le aspettative del pubblico.
Story – Robert McKee.

Il genere, dal punto di vista della pratica della scrittura e non della teoria letteraria, lo puoi considerare un grande aiuto, perché puoi appoggiarti a lui quando hai il blocco dello scrittore.

Hai deciso che, ad esempio, il tema della tua storia sia la sete di denaro? Hai stabilito che il protagonista scoprirà chi è l’assassino che ha ucciso per sete di denaro? Nel momento in cui sei in difficoltà, ti puoi appoggiare al genere poliziesco, o al noir, con le sue ambientazioni, ruoli, eventi e valori specifici che definiscono i singoli generi e i loro sottogeneri.

Mi fermo un attimo a dare un breve sguardo al genere, per capire cosa sia, anche se tutti in realtà lo sappiamo, perché è la prima domanda che facciamo quando ci invitano a vedere un film: «Che genere è?».

Mi perdonerà Robert McKee se continuo a saccheggiare il suo Story, che oltre ad essere un manuale di sceneggiatura è un ottimo testo che invoglia alla pratica della scrittura e non solo all’analisi.

Dopo decine di migliaia di anni di storie raccontate vicino al fuoco, quattro millenni di parola scritta, duemilacinquecento anni di teatro, un secolo di cinema e ottant’anni di radio e televisione, innumerevoli generazioni di narratori hanno tessuto le loro storie attraverso un’incredibile varietà di modelli. Per orientarsi in tutta questa produzione sono stati messi a punto diversi sistemi che catalogano le storie sulla base di elementi che hanno in comune, classificandole in base al genere. […] Aristotele ci ha fornito i primi generi suddividendo le narrazioni in base alla carica che i valori hanno nel finale rispetto al disegno della storia.
Story – Robert McKee.

I generi sono molti e spero di farti cosa gradita nel regalarti un tassonomia tascabile in forma di specchietto, che puoi scaricare a questo link:

Ti suona strano che abbia inserito i generi cinematografici? Ti assicuro che funzionano perfettamente anche per la letteratura.

Guardare un film è più rapido di leggere un libro e le strutture narrative dei generi lavorano allo stesso modo dentro un film e dentro un libro.

Dagli un’occhiata, sono sicuro che che ti aiuteranno a capire quale sia il genere che meglio calza la tua storia. Una volta individuato quello in cui ti senti più comodo, fatti una scorpacciata di narrazioni di quel genere e vedrai che ti aiuterà a proseguire la scrittura della tua storia.

Il compito di ogni sceneggiatore è di identificare in primo luogo il proprio genere e poi ricercarne le leggi che lo governano. Non c’è modo di sfuggire a questi compiti, siamo tutti scrittori di genere.
Story – Robert McKee.

Dammi retta, non c’è niente di male nel seguire un genere, per soddisfare le attese dei lettori. Ti aiuta non solo a capire il target e a posizionarti nel mercato, ma ti aiuta proprio nei momenti di stallo creativo.

L’idea che gli autori di avanguardia scrivano al di fuori dei generi è un’ingenuità. Nessuno scrive nel vuoto. Dopo migliaia di anni di racconti nessuna storia è così diversa da non somigliare a qualcosa che è già stata scritta.
Story – Robert McKee.

Una volta che padroneggerai un genere, allora potrai cominciare a sovrapporlo agli altri, creando magari un tuo personalissimo stile di scrittura. Ma se anche avessi deciso di infrangere le regole di un genere, per farlo devi prima conoscerlo e padroneggiarlo.

Smontare le attese che crea un genere mi diverte molto, anche perché di solito crea un effetto comico. Hai presente i fratelli Zucker, quelli de L’aereo più pazzo del mondo?

Il genere non è un recinto che ingabbia la tua creatività, ma anzi puoi considerarlo una guida per uscire dalla sabbie mobili.

Buona consultazione degli specchietti e alla prossima.

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